San Giorgio Capoluogo
I Carabinieri Reali a Castel San Giorgio
Un salvataggio nella Cava di Tufo
11 Dicembre 1887
di
Rocco Amendola e Gaetano Izzo
ENCOMIO AI CARABINIERI REALI
IL SALVATAGGIO degli OPERAI SEPOLTI
Carabiniere Reale e Caserma
( disegno generico estratto dal giornale " IL Carabiniere " del 1887 )
( Fonte Ministero della Difesa : carabiniere a piedi nella tenuta di servizio di campagna 1878; porta il nuovo tipo di buffetterie dette 'unificate' perché uguali per carabiniere a piedi e a cavallo )
LA FRANA NELLA CAVA DI TUFO
Le immagini sotto riportate sono di tipo dimostrativo e non si riferiscono ai luoghi e all' episodio della storia riportata sul giornale dei Carabinieri Reali .
Per chi non conosce questo materiale, il Tufo giallo, ma anche quello grigio,è una roccia sedimentaria i cui componenti base sono dovuti alle ceneri e lapilli vulcanici.
Questi strati di materiale piroclastico si sono depositati nelle valli e successivamente sono stati ricoperti da materiali provenienti dalle erosioni delle montagne, provocate dalle acque e dal vento.
Questo ricoprimento dovuto a detti materiali ha fatto si che gli strati sottostanti si siano compattati al punto tale da diventari duri, e quindi di trasformarsi da sabbie in rocce, quelle che chiamiamo Tufo .
Blocchi di Tufo Giallo estratti in cava
Pertanto l'estrazione di questo Tufo, sotto forma di blocchi, può essere effettuata togliendo il tereno degli strati superiori e raggiungendo così lo strato roccioso, che diventa sempre più compatto e resistente quanto più viene preso in profondità .
Come può vedersi dalla cartina geologica sotto riportata, in tutta la zona alle pendici della montagna di San Giorgio sono presenti banchi tufacei .
All'epoca questa cartina non esisteva, ma i " Tagliamonti ", come venivano definiti gli operai addetti alla lavorazione nelle cave, conoscevano bene i luoghi .
CARTINA GEOLOGICA CASTEL SAN GIORGIO
Questi scavi però risultano pericolosi se non si adottano norme di sicurezza abbastanza rigide, atte a prevenire fenomeni di franamento delle pareti, così come può vedersi nelle immagini ricostruite virtualmente al computer .
Scavo in una Cava di Tufo per raggiungere lo strato roccioso sulla base
Le pareti a strapiombo ( quelle verticali ) possono franare facilmente
Simulazione di una zona franata
Purtroppo è proprio questo che accadde il giorno 11 Dicembre dell' anno 1886.
Come si leggerà nell' articolo di giornale però, non si conosce in quale Cava sia avvenuto detto crollo della parete, l' articolo recita ". . . . . . in una Cava poco distante da Castel San Giorgio " .
Si tenga presente che a Castel San Giorgio nel 1886 sono almeno Cinque le Cave di Tufo aperte .
Probabilmente, vista la tempestività con cui sono stati chiesti i soccorsi ai Carabinieri Reali, e il loro pronto intervento sul luogo del disastro, possiamo ipotizzare, ma di questo non ne abbiamo certezza, che potrebbe trattarsi di una Cava di Tufo esistente a Santa Croce ed individuata, ormai già quasi riempita per il ripristino dello stato dei luoghi, in una fotogrammetria aerea originale scattata intorno agli anni 1940 .
Ciò è avvalorato anche dalla posizione della Stazione dei Carabinieri in quegli anni che era dislocata presso i locali dell' Ospizio appartenente all' Ex Convento delle Suore di S. Teresa (*) poco distante dalla chiesa di S Maria delle Grazie.
(*) Giuseppe Benevento - La Terra di San Giorgio pag. 167
Fotogrammetria aerea originale anno 1940 circa
L' individuazione della Cava di Santa Croce, nei pressi del centro di San Giorgio, è compatibile con la rapidità dei soccorsi, risulterebbe più complesso invece, un intervento su altre Cave di Tufo localizzate verso Paterno, quindi molto più lontane e raggiungibili in tempi brevissimi .
Ad ogni modo ecco come si svolsero i fatti, secondo la ricostruzione storica originale riportata sul giornale " IL Carabiniere " anno XV del 20 Agosto 1887, in cui viene riportato nei dettagli l'episodio che vede i Carabinieri Reali impegnati nel salvataggio degli operai sepolti dalla frana nella cava di tufo .
Pagina Originale del Giornale " IL Carabiniere "
Salvataggio degli operai sepolti dalla frana
( immagine - disegno puramente descrittivo )
ESTRATTO ORIGINALE DAL GIORNALE
TRASCRIZIONE DEL DOCUMENTO
Poco distante da Castel San Giorgio, capoluogo di mandamento del circondario di Salerno, lavoravano l’11 Dicembre scorso ad una cava di tufo certi muratori del luogo per nome Filippo Marinello e Diodato ed Aniello Zambrano, padre e figlio rispettivi.
Intorno al mezzodi il Marinello fugge spaventato, gridando disperatamente al soccorso.
Egli era scampato per miracolo da una frana che, precipitata giù improvvisamente, aveva seppellito i due suoi compagni di lavoro.
— Presto, accorrete, egli strillava; si possono ancora salvare; non sono ancora tutti ricuoperti, ma se non si fa presto, muoiono soffocati !
Alle prime grida dello scampato Mariniello furono immediatamente sul luogo dell’infortunio, oltre due tagliapietre che lavoravano poco discosto, il brigadiere Bosisio Giovanni ed i carabinieri suoi dipendenti Passuello Marco e Brogi Eugenio.
Questi militari, animati dal piu ardente sentimento di filantropia, sfidando ogni pericolo, saltano giù nella cava e si danno tosto con ansia febbrile a rimuovere la grave mora di terra che incombeva sui miseri sepolti.
— Ma guardino, dicevano essi con trepidazione, che a momenti casca un’altra frana: vedono quel masso enorme di terra che pende in bilico sul loro capo, se non si ritirano, li seppellirà quanti sono.
I militari predetti, come se tali raccomandazioni punto esagerate non li riguardassero, continuano a testa bassa per quasi un’ora nella faticosa opera dell’ecscavazione.
Gli applausi fragorosi di tutti gli astanti annunziarono improvvisamente che tanta coraggiosa abnegazione aveva ottenuto il premio meritato: i due sepolti erano stati liberati non avendo riportato che lievi contusioni.
Ai cittadini plaudenti e meravigliati della generosa azione fecero eco il prefetto della provincia ed il colonnello comandante la legione che con l’encomio solenne all’ordine del giorno rimeritò degnamente i valorosi.
Ma chi erano gli operai rimasti coinvolti in questo incidente
della frana nella cava di tufo ?
Grazie all' intervento di Gaetano Izzo, che ha "scavato" sapientemente nei registri della Storia di Castel San Giorgio, si è potuto individuare anagraficamente chi erano gli sfortunati operai coinvolti nella brutta vicenda, fortunatamente si concluse felicemente, proprio grazie ai Carabinieri Reali ed al loro tempestivo intervento di soccorso .